Recovery Plan: le risorse a disposizione dell’Italia al 13 gennaio

Recovery Plan: le risorse a disposizione dell’Italia al 13 gennaio

Con l’aggiornamento di programma alla data del 13 gennaio 2021, salgono a circa 224  i miliardi di euro che compongono il budget complessivo del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).

Si tratta del documento approvato martedì scorso dal Consiglio dei Ministri che traccia gli obiettivi, le riforme e gli investimenti che l’Italia vuole realizzare con i fondi europei di Next Generation EU.

Rispetto ai 222,9 miliardi del Recovery Plan uscito dal CdM, l’ultima versione inviata al Parlamento vedrebbe crescere di 700 milioni il cluster “Impresa verde ed economia circolare”, di 200 milioni quello dedicato a “Efficienza energetica e riqualificazioni degli edifici” e di 300 milioni la componente dedicata a “Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA”.

Il Piano spazia su diversi progetti per fare dell’Italia un Paese più moderno, più digitale, più sostenibile e più inclusivo. Dalla salute alla digitalizzazione, dalla rivoluzione verde alle infrastrutture per la mobilità sostenibile, tanti i temi al centro delle 160 pagine del documento finale.

 

PNRR: 6 missioni, 16 cluster, 48 linee di intervento

L’impianto del PNRR si articola in 6 macro-missioni, vale a dire 6 aree di investimento:

 

  • digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura (46,1 miliardi),
  • rivoluzione verde e transizione ecologica (68,9 miliardi),
  • infrastrutture per una mobilità sostenibile (31,9 miliardi),
  • istruzione e ricerca (28,4 miliardi),
  • inclusione e sociale (27,6 miliardi),
  • salute (19,7 miliardi).

Queste missioni a loro volta raggruppano 16 componenti funzionali per realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti nella strategia del Governo.

Le componenti si articolano in 48 linee di intervento per progetti omogenei e coerenti. I singoli progetti di investimento sono stati selezionati secondo criteri volti a concentrare gli interventi su quelli trasformativi, a maggiore impatto sull’economia e sul lavoro. Per ogni missione, inoltre, sono indicate le riforme necessarie a una più efficace realizzazione, collegate all’attuazione di una o più componenti.

Scheda sintesi PNRR Next Generation EU

Gli investimenti previsti dalle sei missioni saranno accompagnati da politiche di supporto, ad esempio sul fronte della pubblica amministrazione, del sostegno alla ricerca, del mercato del lavoro, e da riforme, dal fisco alla giustizia.

Consulta il documento approvato dal CIAE – Linee guida PNRR

Recovery Plan Italia: la ripartizione dei fondi europei

Analizzando i sei pilastri del PNRR, la missione 1 “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura avrà a disposizione un tesoretto di 46,1 miliardi di euro e si articola in tre componenti:

  • digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA, che potrà contare su 11,4 miliardi,
  • digitalizzazione, ricerca e sviluppo e innovazione del sistema produttivo, in cui rientra anche il Piano Transizione 4.0, con una dotazione complessiva di circa 26,7 miliardi,
  • turismo e cultura, con 8 miliardi.

Ammontano a 68,9 miliardi, invece, le risorse complessive destinate alla missione 2 “Rivoluzione verde e alla transizione ecologica. Nella versione definitiva del Piano ci sono quattro componenti sul tema:

  • impresa verde ed economia circolare, con un budget pari a 6,3 miliardi,
  • transizione energetica e mobilità locale sostenibile, che potrà contare su 18,2 miliardi,
  • efficienza energetica e riqualificazione degli edifici, con 29,3 miliardi,
  • tutela e valorizzazione del territorio e della risorsa idrica, con una dotazione di 15 miliardi.

Per la missione 3 “Infrastrutture per una mobilità sostenibile, che potrà contare su 31,9 miliardi, sono due i cluster da considerare. Sul fronte ferroviario, , pari a 28,3 miliardi, è previsto un “consistente intervento” sulla rete, che è stato “ulteriormente potenziato nel Mezzogiorno grazie al supporto dei fondi FSC”. Mentre, lato intermodalità, è previsto un budget di 3,6 miliardi per mettere in atto “programma nazionale di investimenti per un sistema portuale competitivo e sostenibile”.

Vale 28,4 miliardi di euro la missione 4 “Istruzione e ricerca, uno dei capitoli che nel tempo ha subito maggiori modifiche in fatto di risorse. A tal proposito, nel documento finale del Piano, la componente “potenziamento delle competenze e diritto allo studio”, che riguarda anche il contrasto alla povertà educativa e ai divari territoriali nella quantità e qualità dell’istruzione ha a disposizione una cifra pari a 16,7 miliardi. Il secondo cluster, “Dalla ricerca all’impresa”,  invece, avrà a disposizione 11,7 miliardi.

Per quanto riguarda la missione 5 “Inclusione e sociale”, questo capitolo, la cui dotazione è pari a 27,6 miliardi, si articola in tre componenti:

Sono inseriti in quest’ultimo cluster ulteriori fondi per la ricostruzione privata e il potenziamento della ricostruzione di servizi pubblici nelle aree colpite dai terremoti del 2009 e 2016.

Ultimo capitolo nel PNRR è la missione 6 “Salute, che con le modifiche subite nel corso delle varie bozze, ha visto raddoppiare i fondi a disposizione, arrivando alla cifra definitiva di 19,7 miliardi di euro.

Di questi 7,9 miliardi i fondi per la componente “assistenza di prossimità e telemedicina”, che è finalizzata a ” potenziare e riorientare il SSN verso un modello incentrato sui territori e sulle reti di assistenza socio-sanitaria; a superare la frammentazione e il divario strutturale tra i diversi sistemi sanitari regionali garantendo omogeneità nell’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza; a potenziare la prevenzione e l’assistenza territoriale, migliorando la capacità di integrare servizi ospedalieri, servizi sanitari locali e servizi sociali”. Il secondo cluster “innovazione dell’assistenza sanitaria”, che mira all’ammodernamento delle dotazioni tecnologiche del SSN, vale 11,8 miliardi.

Alle 6 macro-missioni, il Recovery Plan nazionale associa parallelamente tre priorità trasversali: donne, giovani e Sud. Questi tre temi che devono essere contenuti in tutti gli obiettivi del Piano nazionale e che saranno misurati negli impatti macroeconomici, occupazionali e di indicatori BES. “Tali priorità non sono affidate a singoli interventi circoscritti in specifiche componenti, ma perseguite in tutte le missioni del PNRR”, si legge nel PNRR.

PNRR temi trasversali

Recovery Fund: quanti sono i fondi destinati all’Italia?

Il PNRR rappresenta una straordinaria occasione di rilancio degli investimenti nel nostro Paese. Oltre ai 196,5 miliardi tra grants e loans previsti per l’Italia dal Recovery and Resilience Facility, che il Governo ha deciso di utilizzare integralmente, un ulteriore apporto finanziario è fornito, sempre nell’ambito di Next Generation EU (NGEU), dai 13,5 miliardi di React-EU e dal 1,2 miliardi del Just Transition Fund.

Dei fondi assegnati all’Italia per il Piano nazionale di ripresa e resilienza, una quota pari a 65,5 miliardi di euro arriverà in forma di sussidi e 127,6 miliardi di prestiti, ovvero complessivi 193,1 miliardi (a valori 2018), che il Governo ha inteso utilizzare appieno. Con le revisioni delle previsioni macroeconomiche della Commissione e il cambiamento dell’anno base per il calcolo degli importi, le risorse disponibili per l’Italia sono salite a 196,5 miliardi (a valori correnti 2019) e su questa cifra si basa ora la programmazione del Piano.

In base a quanto stabilito dalla Commissione europea, con la pubblicazione del documento sui pilastri del Next Generation EU, condiviso insieme alle nuove linee guida per accedere ai finanziamenti dello Strumento per la ripresa e la resilienza, il 70% di questi grants dovrà essere impegnato tra il 2021 e il 2022, mentre il restante 30%, dovrà essere speso nel 2023.

La versione definitiva del PNRR, rispetto alle versioni preliminari, ha cercato di conciliare due esigenze opposte: allargare la fetta della torta per gli investimenti pubblici, portandola al 70%, riducendo ulteriormente quella dedicata ai sussidi, ma senza sfondare le linee di deficit e debito scritte nei tendenziali di finanza pubblica.

Con l’inserimento dei fondi per il Sud a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione (FSC), il PNRR arriva a quota 222,9 miliardi di euro e le risorse complessivamente allocate nelle sei missioni del PNRR sono pari a circa 210 miliardi. Di questi 144,2 miliardi finanziano “nuovi progetti”, mentre i restanti 65,7 miliardi sono destinati a “progetti in essere” che riceveranno, grazie alla loro collocazione all’interno del PNRR, una significativa accelerazione dei profili temporali di realizzazione e quindi di spesa.

Per accedere alle risorse del Recovery Fund, gli Stati membri devono presentare le proposte di Piani nazionali di ripresa e resilienza strutturate coerentemente con gli obiettivi del Green Deal e con le raccomandazioni specifiche per ogni Paese espresse nel processo del Semestre europeo.

Il termine ultimo per la presentazione dei PNRR a Bruxelles è fissato al 30 aprile 2021.

Fonte: Federica Tuseo – Fasi.biz