Il Reddito di cittadinanza non si rinnova automaticamente

Il Reddito di cittadinanza non si rinnova automaticamente

La Legge di Bilancio 2021 ha confermato la misura del Reddito di cittadinanza. Si tratta di un contributo economico che viene erogato ai cittadini attraverso la Carta Reddito di Cittadinanza.

Attenzione, però: non è un contributo a tempo indeterminato. Il cittadino potrà beneficiare del sussidio per un periodo di 18 mesi. Tuttavia è, altresì, possibile ottenere un rinnovo che potrà essere concesso dopo la sospensione di un mese.

In questi giorni si sono verificati alcuni rallentamenti nell’erogazione del Reddito di cittadinanza per il mese di febbraio, a causa della richiesta dell’ INPS (l’ente preposto dal governo per l’esecuzione del provvedimento) ai beneficiari di rinnovare l’ISEE entro il 31 gennaio 2021 per poter procedere al pagamento di febbraio.

Attenzione però: pare che il governo Draghi abbia intenzione di rivisitare la formula di erogazione e la platea dei beneficiari. Vale la pena di rileggere le regole attualmente in vigore.

Il Reddito di Cittadinanza è una “misura unica di contrasto alla povertà alla disuguaglianza e all’esclusione sociale, a garanzia del diritto al lavoro, della libera scelta del lavoro” (articolo 1 del decreto 4/2019).

Requisiti per accedere:

  • Cittadinanza italiana o di Paesi facenti parte dell’UE;
  • Familiare che sia titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente;
  • Proveniente da Paesi che abbiano sottoscritto convenzioni bilaterali di sicurezza sociale;
  • Cittadino di Paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo;
  • Nucleo familiare deve avere un reddito ISEE inferiore a 9.360 euro;
  • Cittadino richiedente potrà essere intestatario della prima casa e potrà avere anche una seconda casa sempre che la rendita catastale non superi la soglia di 30.000 euro;
  • Patrimonio mobiliare non deve essere superiore a 6.000 euro, accresciuto di 2.000 euro per ogni componente del nucleo familiare, sino ad un massimo di euro 10.000;
  • Nessuno dei componenti della famiglia deve essere intestatario di un’auto acquistata nei sei mesi antecedenti alla richiesta di accesso al reddito di cittadinanza o comunque essere in possesso di un’auto di cilindrata superiore ai 1600 c.c.
  • Attenzione, però: nel caso vengano comunicate informazioni false, o siano occultati redditi o patrimoni ai fini dell’ISEE, oltre a perdere il beneficio, si potrà incorrere in una sanzione penale corrispondente alla reclusione da 6 mesi ad un anno.

Come fare richiesta?

In base a quanto previsto dal decreto 4/2019, l’INPS predispone il modulo per presentare l’istanza di accesso al reddito di cittadinanza.

Sempre l’istituto di previdenza farà tutte le verifiche dei requisiti che il richiedente indica nel documento e mediante allegazione dell’ISEE.

Il beneficio economico, come già indicato in precedenza, sarà erogato attraverso una Carta prepagata di Poste italiane. Oltre all’erogazione del sussidio, ai suoi beneficiari sono estese le agevolazioni relative alle tariffe elettriche e quelle riguardanti la compensazione per la fornitura di gas naturale riconosciute alla famiglie economicamente svantaggiate.

La carta viene consegnata presso lo sportello di ufficio delle Poste Italiane.

Il beneficio può integrare il reddito familiare fino a 5.000 euro mensili per un single con una scala di equivalenza che può raggiungere al massimo il 2,1 ovvero 1.050 al mese, a fronte di almeno quattro persone tutte maggiorenni e almeno cinque persone se nel nucleo vi è anche un minorenne.

Disponibilità al lavoro

Il reddito di cittadinanza è subordinato all’impegno da parte dei beneficiari di trovare un impiego lavorativo stabile. A tal fine il legislatore ha previsto modalità di sostegno ed incentivo ai richiedenti il sussidio, tramite la collaborazione dei centro per l’impiego.

A tal proposito, dopo la presentazione della richiesta per accedere al reddito di cittadinanza, è avviata una procedura per facilitare l’accesso al mondo del lavoro.

Entro 30 giorni dal riconoscimento del reddito di cittadinanza si è convocati dai centri per l’impiego se si fa parte di un nucleo familiare:

  • con almeno un componente disoccupato da non più di 2 anni;
  • di età inferiore a 26 anni;
  • beneficiario di Naspi o di altro ammortizzatore sociale per la disoccupazione involontaria (o di averne terminato la fruizione da non più di un anno);
  • che ha già siglato un patto di servizio ancora valido.

Il richiedente è, quindi, invitato a rendere dichiarazione di disponibilità lavorativa presso i centri per l’impiego. Questi ultimi si attiveranno al fine di indirizzare il beneficiario verso possibili opportunità lavorative.

I beneficiari del reddito di cittadinanza sono quindi tenuti a firmare un patto per il lavoro, con i quali si assumono l’onere di cercare un’attività lavorativa.

Tramite questo accordo i beneficiari si impegnano a:

  • svolgere corsi di formazione e professionalizzanti;
  • ricercare attiva di lavoro;
  • sostenere colloqui;
  • accettare almeno una di tre offerte di lavoro ritenute congrue presentate dal centro per l’impiego.