Decreto crescita: per una nuova rottamazione delle tasse locali?

Decreto crescita: per una nuova rottamazione delle tasse locali?

Secondo quanto riferisce l’ANSA, che avrebbe visionato una bozza del decreto crescita spunterebbe “un allargamento della rottamazione agli enti locali che non hanno utilizzato per la riscossione la ex Equitalia”. Nello specifico si prevede che Comuni, Province e Regioni possano “deliberare la “definizione agevolata”, scontando le sanzioni, sulle “entrate, anche tributarie” che non sono state riscosse “a seguito di provvedimenti di ingiunzione fiscale” notificati tra il 2000 e il 2017″. Per gli enti ci saranno 60 giorni di tempo per decidere.

Il decreto crescita è un provvedimento che il governo sta mettendo in campo “per stimolare e dare impulso a crescita effettiva e potenziale”, per usare le parole utilizzate dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte nella conferenza stampa seguita alla visita a Palazzo Chigi del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. Ecco quali sarebbero, secondo le indiscrezioni, principali punti in cui sia rticolerà il decreto, che poi dovrà essere covertito in legge dalle Camere:

  • reintroduzione del super ammortamento al 130% per i titolari di reddito d’impresa, arti e professioni che effettuano investimenti in beni strumentali nuovi entro il 31.12.2019
  • proroga e rafforzamento del credito d’imposta per ricerca e sviluppo;
  • aumento delle quote della cd. Nuova Sabatini con aliquote differenziate per le PMI e per le grandi imprese;
  • fattura elettronica obbligatoria per le operazioni con San Marino;
  • eliminazione mini-ires sugli utili reinvestiti (introdotta dalla Legge di bilancio 2019);
  • incentivi per le imprese che si finanziano con obbligazioni
  • introduzione dell’IRES al 20% per gli utili accantonati a riserva in azienda
  • aumento deducibilità IMU: passaggio della deducibilità dal 40 al 50% per il 2019 e al 60% per il 2020
  • nuovo bonus per le società che acquistono un edificio, lo demoliscono e lo ricostruiscono con riduzioni delle imposte ipo-catastali
  • introduzione del cd. “marchio storico di interesse nazionale” per i marchi di almeno 50 anni i quali saranno soggetti in caso di crisi ad aiuti di Stato
  • introduzione di un nuovo tipo di impresa: la SIS “Società di investimento semplice” che può investire solo in start-up non quotate in cambio di esenzione dalle imposte sui redditi da capitale
  • tasse ridotte per le imprese che tornano in Italia e sconti fiscali per i cd. cervelli in fuga.