Brexit: uscita rinviata, sempre alto rischio per le nostre esportazioni agroalimentari

Brexit: uscita rinviata, sempre alto rischio per le nostre esportazioni agroalimentari

La confusione regna massima sovrana in Europa, quando si parla di Brexit. Non trovando una intesa sull’uscita della Gran Bretagna dalla Ue, si è faticosamente raggiunto un accordo, dentro il Parlamento inglese e poi con le autorità europee, per spostare dal 29 marzo al 22 maggio prossimo la data limite dell’evento. E questo mentre nel paese di Albione fioccano le manifestazioni dei Remains, i favorevoli alla permanenza nell’unione, e spacca l’opinione pubblica una petizione on line che ha raccolto per questo quattro milioni di firme.

“Tutta questa confusione rischia di far passare inosservate le conseguenze nefaste per l’export agroalimentare italiano nel Regno Unito cui stiamo andando incontro” ricorda il presidente di UIPA Massimo Russo. “Con la Brexit, l’introduzione di dazi, barriere doganali e controlli sanitari aggiuntivi le nostre esportazioni saranno penalizzate in maniera irreversibile. E questo vale anche per gli altri paesi europei. La scelta di rinvio dell’uscita di Londra dalla Ue purtroppo è stata scadenzata troppo a breve per poter procedere a negoziare future relazioni commerciali bilaterali sulla base di un accordo di libero scambio. Occorre che il Governo italiano, se non interverrà l’Europa, si prepari a mobilitare un piano di aiuti al settore se non si riuscirà ad evitare una hard-Brexit”. Il problema è davvero serio, il comparto export sulla Gran Bretagna vale la bellezza di 3,4 miliardi di euro (link) e si rischia di mettere in ginocchio tutta la fileira agroalimentare dell’Italia.