Le 6 priorità per l’ambiente del neoministro Roberto Cingolani

Le 6 priorità per l’ambiente del neoministro Roberto Cingolani

Il neoministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha lasciato la rubrica “Green&Blu” che curava sulle pagine de La Repubblica, lasciando gli ultimi sei articoli che aveva preparato, e che diventano di fatto un “manifesto programmatico” per l’azione di governo, raccolte nel titolo “Le 6 priorità per l’ambiente”.

1. L’intelligenza globale ci salverà

2. Valutare in anticipo gli effetti collaterali dell’innovazione

3. Energia: urgente la transizione verso le rinnovabili

4. Un nuovo modello per le città

5. Effetto serra: applicare subito gli Accordi di Parigi

6. L’insostenibile pesantezza dell’aria

La valutazione degli effetti collaterali dell’innovazione è forse la novità più interessante. Ecco un passo dell’articolo dedicato di Cingolani.

” Quello di cui abbiamo bisogno oggi è un risk assessment ragionato del progresso, a livello politico e aziendale, che tenga conto dei problemi di lungo periodo generati dallo sviluppo, e sappia valutare attentamente il rapporto tra costi e opportunità di ogni tecnologia. Incorporando fin da subito i costi del progresso nei nostri calcoli, saremo capaci di una pianificazione più efficace e sostenibile.

Le automobili elettriche sono un caso da manuale: quando lo scorso dicembre il CEO di Toyota, Akira Toyoda, ha affermato che le auto elettriche presentano costi sociali e ambientali ancora insostenibili, molti si sono stracciati le vesti, soprattutto tra chi fa una moda dell’essere green. A ben vedere, però, il capo di Toyota ha fatto solo presente che anche una buona tecnologia come l’auto elettrica vada usata con intelligenza.

Il litio e il cobalto, materiali necessari per la produzione delle batterie, sono difficili da trovare e da smaltire: se anche volessimo sostituire l’intero parco veicoli globale immediatamente, le riserve di questi due metalli oggi non basterebbero a soddisfare la domanda, cosi come non basterebbe l’intera produzione elettrica oggi disponibile per garantire le ricariche. Quindi anche questa tecnologia verde necessita di tempo per essere metabolizzata e sviluppata appropriatamente, anche dal punto di vista infrastrutturale”.