4/6 A Torino la due giorni sul cambiamento climatico Clean Air Dialogue

4/6 A Torino la due giorni sul cambiamento climatico Clean Air Dialogue

Per fornire un supporto concreto nel contrasto all’emergenza smog, prende il via oggi a Torino la due giorni del Clean Air Dialogue italia, organizzata dal ministero dell’Ambiente su invito del commissario europeo per l’Ambiente, Karmenu Vella.

Il Clean air dialogue è lo strumento operativo del Clean air policy package della Commissione europea ,un pacchetto di misure per la qualità dell’aria adottato dalla Commissione europea il 18 dicembre 2013 e che punta a «migliorare la legislazione esistente e ridurre le emissioni dannose causate dall’industria, dal traffico, dagli impianti di produzione di energia e dall’agricoltura per tutelare la salute e l’ambiente«. Come spiega il ministero dell’ambiente, «Il pacchetto comprende una proposta di direttiva sulla riduzione delle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosferici (Direttiva NEC), una sulla limitazione di emissioni di specifici inquinanti emessi da impianti di combustione di medie dimensioni (Direttiva MCP) e il Clean Air Programme for Europe, pensato per ridurre in modo omogeneo e diffuso le emissioni inquinanti sul territorio europeo mediante azioni coordinate tra Unione Europea e Stati membri che, a loro volta, sono chiamati ad agire in stretto coordinamento con Regioni e Città. Tra gli strumenti operativi più importanti presenti nel Clean Air Programme c’è il potenziamento della condivisione delle migliori pratiche a livello comunitario e questo avviene principalmente attraverso i dialoghi bilaterali strutturati con gli Stati».

Si tratta dei Clean Air Dialogues, eventi aperti e condotti su base volontaria come quello di Torino e che negli ultimi 2 anni si sono tenuti in Repubblica Ceca, Spagna, Slovacchia, Ungheria, Lussemburgo e Irlanda e che hanno precisi obiettivi: «Avviare un confronto tra Commissione Europea e Stati Membri sulle problematiche nazionali e sugli approcci individuati per rispettare gli impegni assunti per ridurre le emissioni di inquinanti; Condividere e promuovere le politiche più efficaci e le migliori pratiche, presentare i progressi raggiunti, promuovendo anche politiche intersettoriali che sfruttano le sinergie tra le politiche sulla qualità dell’aria, sul clima, sull’energia, sui trasporti, sull’agricoltura, e sulla sanità pubblica; Sostenere lo Stato membro nell’attuazione delle politiche anche sensibilizzandolo sui finanzia menti disponibili con i fondi UE; Individuare azioni aggiuntive per il contrasto dell’inquinamento atmosferico e delineare la direzione futura della politica dell’Unione sull’aria pulita».

Il ministero dell’ambiente ricorda che «L’Italia è gravata da due procedure d’infrazione sulla qualità dell’aria: la 2015/2043 e la 2014/2147, relative al superamento dei livelli di biossido di azoto (NO2) e particolato (PM10) in alcune Regioni italiane» e in una nota evidenzia che «L’inquinamento atmosferico provocato dai trasporti, dall’agricoltura, dal riscaldamento domestico, è tra i fattori maggiormente responsabili del progressivo peggioramento della qualità della vita nelle nostre città. Dobbiamo tener presente che non si tratta di un tema astratto, e che l’aria che respiriamo, in particolare nei grandi centri urbani, è tra le maggiori cause di malattie ai polmoni e al cuore e ha quindi anche un costo sanitario che nella sola Unione europea si aggira attorno ai 70 miliardi di euro ogni anno. Purtroppo le pur utili misure finora intraprese per il miglioramento della qualità dell’aria, dalle domeniche ecologiche ai monitoraggi continui, dagli incentivi alla mobilità sostenibile ai protocolli d’intesa con le regioni maggiormente colpite dal fenomeno, si sono finora rivelate non sufficientemente efficaci. Dobbiamo fare di più. Dobbiamo farlo insieme, e l’Italia intende ritagliarsi in questo processo un ruolo decisivo, uscendo dalle procedure di infrazione comunitarie relative al superamento dei livelli di biossido di azoto (NO2) e particolato (PM10) in alcune Regioni italiane, e adottando misure nazionali definite e radicali per la lotta all’inquinamento dell’aria.»

I due giorni di sessioni tecniche e tavole rotonde del Clean Air Dialogue di Torino dovrebbero portare alla firma di un protocollo di intesa che il ministero dell’ambiente definisce «Un vero e proprio patto d’azione, tra governo, ministeri dell’ambiente, dell’economia, dello sviluppo economico, delle infrastrutture e dei trasporti, delle politiche agricole, della salute, Regioni e Province, che prevede misure a breve e medio periodo per il miglioramento della qualità dell’aria».

Le misure riguarderanno i tre settori maggiormente responsabili dell’inquinamento: trasporti, agricoltura e riscaldamento domestico a biomassa, sui quali ogni ministero assume impegni concreti a supporto dei Clean Air Dialogues. Secondo il ministero (ma non secondo le associazioni ambientaliste), «Ai Clean Air Dialogues l’Italia arriva dunque preparata, con precise azioni di contrasto dell’inquinamento atmosferico da condividere con l’Europa, per delineare la direzione futura della politica dell’Unione sull’aria pulita».