31/10 Coronavirus: proposte per rilanciare il settore turismo

31/10 Coronavirus: proposte per rilanciare il settore turismo

L’economia del turismo è stata pesantemente colpita dalla pandemia di coronavirus e dalle misure che sono state introdotte per contenerne la diffusione. Oltre agli aiuti immediati a sostegno del settore, CNEL e ANCI – durante le audizioni in Senato – hanno avanzato una serie di proposte per un ripensamento del comparto in ottica futura.

Serve un cambio di passo in Italia in materia di politiche per il turismo, un comparto che ha un’incidenza molto importante sul PIL nazionale – 13,2% in termini diretti ed indiretti – ed è quello che più di ogni altro sta soffrendo l’impatto della pandemia.

Le misure messe in atto oggi daranno forma al turismo di domani. Per questo motivo il Governo deve considerare le implicazioni a lungo termine della crisi, sfruttando questo momento per riformulare il concetto di “sistema turismo”, promuovendo la trasformazione strutturale necessaria per costruire un’economia del turismo più forte, sostenibile e resiliente

È questo il punto di partenza condiviso dal Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL) e dall’Associanzione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) per presentare in audizione al Senato una serie di iniziative a medio-lungo termine volte al sostegno del comparto turisitico a seguito dell’emergenza Covid-19.

CNEL: focus su governance e transizione digitale

Fermi restando l’attuale architettura istituzionale e il riparto delle competenze tra i vari livelli, è necessario definire un programma pluriennale lavorando a un sistema unitario di governance e ad una visione unitaria delle strategie per sviluppare l’enorme potenziale del turismo. Ciò richiede un’attività promozionale unitaria e coordinata, che contrasti l’attuale frammentazione dei sistemi promozionali del sistema turistico italiano.

In secondo luogo, è indispensabile attivare misure su un orizzonte di medio e lungo termine, tra le quali appare centrale la riduzione della concentrazione dei flussi turistici nello spazio e nel tempo, attraverso la destagionalizzazione degli stessi e una ridefinizione dei calendari scolastici e dei periodi di ferie dei lavoratori, guardando anche ad esperienze estere.

C’è poi da considerare che il danno causato dalla crisi sanitaria può costituire una grande occasione di cambiamento per invertire il paradigma della massimizzazione delle presenze e contrastare il fenomeno dell’overturismridurre l’impatto ambientale del turismo di massa e superare le difficoltà a fare sistema, mettendo in rete le città d’arte attraverso un nuovo ruolo delle tecnologie avanzate che diffonda la pratica del peer learning.

Vanno usate le opportunità offerte dalla digitalizzazione per un riposizionamento del turismo post-pandemia, agendo contestualmente su due fronti: dal lato della domanda (grandi reti di collazione della domanda attraverso i sistemi digitali) e dal lato dell’offerta (caratterizzata da eccessiva frammentazione e compresenza di grandi catene). Tra le altre proposte legate alla transizione digitale va considerato che:

  • un uso sofisticato della tecnologia e una maggiore alfabetizzazione digitale possono intercettare domanda di cultura, finora compressa, e favorirne l’emersione,
  • le opportunità offerte dal digitale consentono inoltre di elevare gli standard di una formula sempre più premiata dai viaggiatori, anche in termini di contenuto tecnologico e di un sempre più stretto legame fra la zona in cui la struttura ricettiva si trova e infrastrutture immateriali esistenti all’interno della struttura (design, made in Italy, visite virtuali prima della prenotazione, ecc.),
  • man mano che diventano turisti i nativi digitali, l’esperienza turistica può attrezzarsi per acquisire anche contenuti in modalità ludica, tenendo conto che un’offerta ben costruita ha di solito effetti sulla domanda,
  • l’incremento del contenuto tecnologico della filiera turistica può costituire uno dei progetti su cui canalizzare una quota parte delle risorse provenienti dal Recovery Fund, che funziona appunto secondo una logica di progetti e di verifiche per tappe intermedie,
  • si deve mettere mano all’interconnessione delle banche dati delle Regioni, dei Comuni (Sportello Unico Attività Produttive) e centrali dello Stato, oltre ad istituire una codificazione univoca delle strutture ricettive sulla quale aggregare le informazioni rilevanti ai fini della pianificazione strategica, della funzione di regolazione del mercato e della concorrenza, di adeguamento dell’offerta.

Andrebbe, inoltre, affrontato il grande nodo del divario territoriale nel sistema di trasporti ferroviari, aerei e marittimi, constatando che le regioni meridionali hanno ben contrastato la pandemia ma continuano a scontare costi di trasporto relativamente più alti che le rendono poco competitive rispetto ad altre mete, nazionali ed europee. Necessario è, quindi, intervenire sulle infrastrutture, che devono agevolare la mobilità dei flussi turistici e consentire i nuovi flussi.

È essenziale, infine, che il capitale umano coinvolto nella gestione pubblica della filiera turistica sia adeguatamente formato rispetto alla sfida che si ha di fronte.

 

ANCI: sette proposte per il turismo

La prima delle sette proposte presentate dall’ANCI riguarda la tutela delle imprese e dei lavoratori autonomi della filiera turistica, con la conseguente richiesta relativa all’estensione degli ammortizzatori sociali già in campo per un periodo corrispondente alla durata della crisi. Oltre a questo, per l’ANCI il Governo dovrebbe attivare un sostegno di medio periodo a favore delle imprese del settore e delle professioni turistiche (quali guide turistiche, accompagnatori, animatori turistici, bagnini, guide naturalistiche, agenzie di viaggio, scuole di italiano per stranieri, cooperative, ecc.) e di tutte quelle professioni a carattere stagionale.

“Un’attenzione massima riteniamo vada rivolta anche alle piccole imprese artigiane e a tutte le professioni specificatamente legate alle tipicità territoriali che rendono eccezionale e unico il nostro Paese e che vivono, anch’esse, dell’indotto economico legato ai flussi turistici. A queste imprese andranno dedicate apposite misure, in particolare di defiscalizzazione, decontribuzione e accesso alla necessaria liquidità”, si legge nel documento presentato al Senato.

La seconda proposta parla del rilancio del brand Italia e della redazione di un Piano di comunicazione di area vasta. Quest’ultimo dovrebbe puntare sul turismo di prossimità e nazionale, che negli ultimi anni aveva registrato un trend di crescita, e che adesso sarà ancor più importante spingere anche solo come forma di sostegno solidaristica per il rilancio di un Paese che nel momento del bisogno dimostra di saper fare sistema.

C’è poi la costituzione di un Fondo speciale per il turismo, rivolto ai Comuni, che contempli anche per il 2021 la copertura del mancato incasso dell’imposta di soggiorno per chi l’ha istituita, da aggiungersi a specifici finanziamenti rivolti anche a quei Comuni che non hanno attivato l’imposta. Il Fondo servirà a finanziare interventi di rilancio per i territori italiani, sui quali serve continuare ad investire per sostenere i trasporti e la manutenzione delle città, e per un supporto alle attività culturali e all’industria turistica locale oggi in grave crisi.

Il quarto punto si concentra sulla possibilità di fruire dei luoghi della cultura e dello spettacolo, in piena sicurezza. Per far ciò si dovranno prevedere investimenti importanti per adattare le strutture e formare il personale, e per questo si dovranno concedere ai Comuni nuove risorse. Infine, sarebbe necessario un intervento normativo per consentire il superamento dei limiti di spesa del personale per potenziare, nei periodi di maggiore afflusso, i servizi rivolti ai turisti, con particolare attenzione agli organici di polizia municipale, mai così importanti come nella situazione emergenziale che stiamo vivendo.

Tra le proposte c’è anche un focus sugli interventi di sviluppo economico e della qualità della filiera. Su questo punto si fa particolare attenzione al tema delle prossime decisioni governative, e al necessario coordinamento con tutti i ministeri coinvolti circa gli investimenti pubblici, oltre ad incentivi e agevolazioni fiscali per i privati che investiranno su infrastrutture, tecnologia e proposte di viaggio che siano compatibili con il tema della sicurezza, argomento dominante da qui in avanti, il tutto in un’ottica di turismo davvero sostenibile. Tra le misure utili vi sarebbe:

  • incentivare un uso più ampio e diffuso delle opportunità offerte dalle tecnologie digitali e dal web, sia per le pubbliche amministrazioni che per gli operatori privati;
  • sostenere, anche attraverso mutui a tasso agevolato, la conversione degli affitti turistici abitativi in affitti residenziali, in particolare nei centri storici, allo scopo di riequilibrare la domanda/offerta di posti letto e di facilitare la residenza abitativa;
  • valorizzare non solo le grandi destinazioni turistiche o i circuiti più attrattivi, ma anche l’Italia cosiddetta “minore”, attraverso azioni di coordinamento, rafforzamento e promozione di specifiche filiere (ad es. i borghi, il turismo enogastronomico, i siti culturali territoriali ecc…).

Le ultime due azioni nel documento ANCI riguardano il sostegno della domande, con il potenziamento del bonus vacanze per ogni cittadino, e l’idea progetto “Visita l’Italia”, che sostiene gli operatori della filiera turistica.