15/5 Osservasalute 2018: Italia sempre più longeva. Tumori prima causa di morte. Mortalità neonatale tra le più basse al mondo

15/5 Osservasalute 2018: Italia sempre più longeva. Tumori prima causa di morte. Mortalità neonatale tra le più basse al mondo

Gli italiani sono lenti a modificare abitudini nocive per la salute come fumo, sedentarietà e alimentazione scorretta, ma nel nostro Paese si muore sempre meno, grazie soprattutto ai miglioramenti nell’assistenza sanitaria e ai traguardi della medicina moderna. Non a caso l’Italia, con 83,4 anni di vita media (81 per gli uomini; 85,6 per le donne) attesa alla nascita nel 2016 (ultimo anno disponibile per i confronti internazionali), è da anni uno dei Paesi più longevi nel contesto internazionale, secondo dopo la Spagna (83,5 anni) tra i Paesi Ue. Un dato rilevante per la salute degli italiani è rappresentato dalla forte riduzione della mortalità prematura diminuita, dal 2004 al 2016, del 26,5% per gli uomini e del 17,3% per le donne. In generale, in poco più di 30 anni, il tasso standardizzato di mortalità totale si è ridotto di oltre il 50% nel periodo 1980-2015 ed il contributo delle malattie cardiovascolari è stato quello che più ha influito sul trend in discesa della mortalità. Sono alcuni dati emersi dal Rapporto Osservasalute 2018 presentato oggi a Roma, giunto alla XVI edizione e curato dall’Osservatorio nazionale sulla salute nelle Regioni italiane che opera nell’ambito di Vihtaly, spin off dell’Università Cattolica presso la sede di Roma, con la direzione scientifica di Alessandro Solipaca, e la direzione di Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene generale e applicata all’Università Cattolica. Il volume (639 pagine) è frutto del lavoro di 318 ricercatori distribuiti su tutto il territorio italiano. Se si muore meno di tumori, rivela lo studio, questi rimangono però la prima causa di morte tra i 19-64 anni. Significativamente diminuita la mortalità neonatale e infantile che ha raggiunto livelli tra i più bassi del mondo, anche migliori di quelli osservati nei Paesi occidentali più sviluppati, passando da 3,16 decessi per 1.000 nati vivi a 2,81 per 1.000 nell’arco temporale 2010-2016.