11/7 La città nata sotto i laghi: oggi Subiaco

11/7 La città nata sotto i laghi: oggi Subiaco

di Eduardo Lubrano. Una gita a Subiaco è come fare un tuffo nella storia, nella cultura, nell’arte, nella spiritualità e nella natura del nostro Paese. Io sono rimasto abbagliato quando sono venuto da queste parti.

Il punto di partenza può essere Piazzale Falcone dove c’è il capolinea del Cotral che da Roma Ponte Mammolo (penultima fermata della metro B, prima di Rebibbia) porta a Subiaco in meno di 60 minuti.  Da Piazzale Falcone si comincia l’esplorazione, insieme ad alcuni amici,  della città sotto i laghi nella sua originale denominazione latina, Sublaqueum: questo perchè quando l’imperatore Nerone per soddisfare uno dei suoi tanti capricci decise di farsi costruire una villa da queste parti, fece sbarrare il fiume Aniene e questo provocò la nascita di tre laghetti artificiali i Simbruina Stagna dal nome dei Monti Simbruini che circondano questa parte della Valle dell’Aniene. E siamo nel 64 dopo Cristo. Oggi di quei laghetti è rimasto quello chiamato di San Benedetto di cui su Impakter Italia abbiamo scritto qui.

I resti della villa di Nerone

E visto che siamo ai resti della villa di colui che bruciò Roma, siamo già lungo la strada (la Via dei Monasteri) che porta appunto verso due luoghi di spiritualità emozionanti. Uno, il più famoso universalmente, è quello di San Benedetto, proprio il monaco di Norcia fondatore dell’ordine dei Benedettini – tutti abbiamo sentito il motto “Ora et labora” “prega e lavora” cardine della vita di questi monaci – ed è un edificio di bellezza incantevole costruito su uno sperone roccioso (e qualche centinaio di metri sotto c’è il famoso laghetto di cui sopra). All’interno le immagini sono vivide e colorate come se fossero state appena dipinte ed invece il monastero risale al VI° secolo d.C.  Il secondo, quello di Santa Scolastica, gemella di Benedetto, presenta tre chiostri uno più bello dell’altro : gotico, romanico e rinascimentale e soprattutto a una biblioteca con circa 200mila incunabili.

Una vista del monastero di San Benedetto

Martina sublacense di origini racconta:”Nel monastero di Santa Scolastica circa dieci anni dopo l’invenzione della stampa,  fu stampato il primo libro in Italia, nel 1464, il De oratore di Cicerone e l’opuscolo Donatus pro puerulis (la grammatica latina di Elio Donato,ndr). Questo perchè a Subiaco fu realizzata la prima “stamperia” italiana grazie a due chierici tedeschi, Arnold Sweynheym e Conrad Pannartz”

Una vista del Borgo dei Cartai

Terminata la visita ai monasteri conduco i miei amici verso la città e li porto nella zona chiamata il Borgo dei Cartai che ha ospitato dal 1587 al 2001 una delle cartiere più importanti del mondo (ed una delle prime in Italia). Oggi è chiusa ed è un grande cruccio della comunità perchè la chiusura a causato oltre che la perdita di una delle più importanti attività industriali della zona, anche la perdita di diversi posti di lavoro e tutto l’indotto conseguente. E sempre qui oggi c’è il Museo della Carta che rappresenta un pezzo della storia d’Italia perchè dalle macchine per stampare più antiche a tutti i tipi di carta si rappresenta una delle industrie più importanti della nostra terra.

Ma dal Borgo che si affaccia su un’ansa del fiume Aniene particolarmente bella, parte anche una delle tante discipline sportive che animano Subiaco. Qui Christian, podista e canoista per questione di Rioni (sono otto ed ogni anno il 10 agosto si sfidano nel Palio di San Lorenzo tra sport, gare tradizionali e cucina…) ci spiega che : “Il rafting è una disciplina molto praticata qui a Subiaco perchè questa parte del fiume si presta molto bene a risalire la corrente e discenderla. C’è una scuola (Viverelaniene,ndr) proprio qui al Borgo che funziona tutto l’anno ed alla quale si iscrive molta gente anche delle zone vicine e non solo di tutte le età“. E, aggiungo io, con la bella stagione è uno spettacolo vedere macchine di ogni genere cariche di gommoni che arrivano, le mute ed i caschi colorati. E dalla Contrada Montore nella prima domenica di agosto si svolge (ma non quest’anno dopo 25 edizioni) si corre “La Speata” – dal dialetto di qui “a piedi” una corsa di 12 km che dai 582 metri della partenza porta fino ai 1357 di Monte Livata. Il tragitto che si snoda su strada è fiancheggiato da boschi e questo basta per dire quanto sia bello. I ciclisti hanno ampia scelta di percorsi molti dei quali in salita e relativa discesa che li portano tra boschi e prati e sentieri in campagna

Rafting a Subiaco

E’ il momento di salire alla Rocca dei Borgia. Una roccaforte nella parte più alta della città che dimostra che Subiaco è stato un luogo di potere. L’importanza politica che ebbe a cavallo tra la fine del ‘400 e l’inizio del ‘500 è stata fortissima. Prima grazie alla famiglia Borgia (la Rocca è un luogo magnifico da visitare) con Papa Alessandro VI (Roderic Llançol de Borja) ed ai suoi figli Cesare e Lucrezia di cui la storia ricorda soprattutto una certa…spavalderia nel trattare i propri affari e poi con le famiglie nobili romane che si sono spartite il territorio: Antonucci, Barberini, Borghese, Braschi, Colonna. I palazzi, i castelli, le rocche edificate da tutti loro ancora oggi sono luoghi da vedere perchè ognuno di questi ha qualcosa di particolare anche in riferimento all’epoca nella quale sono stati costruiti.

L’alcova dentro la Rocca dei Borgia

Dopo la visita alla parte medievale di Subiaco è il momento della natura. “Si può scegliere – dice Marzia un’altra abitante e nativa di Subiaco – montagna, campagna, il fiume. Ci sono tanti posti da esplorare partendo da Subiaco e facendo pochi chilometri: Cervara di Roma, Arsoli col suo castello, Jenne. Per non parlare degli Altipiani di Arcinazzo dove c’è un’aria fantastica“. E la cucina? Mi risponde Elisa cuoca sopraffina: “Ci sono gli strozzapreti, il pappaciucco (una pizza al fuoco con farina gialla che si sbriciola ed alla quale si aggiungono cicoria e salsicce, il Salame del Re che è fatto di pan diSpagna che contiene cioccolato. E poi la carne che da queste parti è molto buona, la cacciagione e le trote che si pescano nell’Aniene”.

Un sentiero di montagna